Sci di fondo: reazioni divergenti al format Heat Mass Start tra gli atleti del circuito

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Nel cuore del circuito di sci di fondo, un acceso dibattito ha animato gli atleti e gli addetti ai lavori riguardo al recente format della Heat Mass Start, introdotto nella tappa di Dobbiaco del Tour de Ski. Le opinioni si sono rivelate polarizzate, con una netta divisione tra chi ne critica l'adeguatezza per una competizione di alto livello e chi, al contrario, ne esalta le qualità in termini di spettacolarità e imprevedibilità.

La terza gara della ventesima edizione del Tour de Ski, svoltasi a Dobbiaco, in Italia, ha visto i fondisti norvegesi schierarsi compatti contro il nuovo formato. Simen Hegstad Krueger non ha esitato a definirlo "un format un po' sciocco", suggerendo che la competizione sembrasse più uno spettacolo che una vera e propria gara di Coppa del Mondo. Erik Valnes ha espresso la speranza che sia un'esperienza unica, criticando la mancanza di una visione d'insieme e l'eccessiva dipendenza da fattori casuali. Anche Emil Iversen ha sottolineato il carattere "stressante e stancante" del format, pur riconoscendone un potenziale appeal televisivo. Perfino Johannes Hoesflot Klaebo, con toni decisi, ha evidenziato come questo formato richieda una collaborazione che a volte è mancata, invitando a una maggiore "cinismo" per chi desidera vincere.

Dall'altra parte dello spettro, si sono registrate reazioni decisamente più entusiaste. Gus Schumacher, l'atleta americano vincitore della gara, ha difeso apertamente la Heat Mass Start, evidenziando come i primi sette posti siano stati occupati da rappresentanti di sette nazioni diverse. Secondo Schumacher, questo è un segno positivo di come il format favorisca una maggiore diversificazione sul podio, un aspetto che, sebbene non universally apprezzato, trova il favore di molti. A lui si è unito lo svedese Alvar Myhlback, il quale ha accolto con favore il "caos" e la "libertà" che contraddistinguono questa tipologia di gara, lodando la presenza di atleti di diverse nazionalità sul podio.

Anche Fredrik Aukland, esperto di sci di fondo per NRK, ha ipotizzato che la Federazione Internazionale Sci (FIS) possa aver gradito il risultato di Dobbiaco, vedendo in questo format un modo per "mettere fine al predominio norvegese" e offrire gare più avvincenti. Sebbene Aukland riconosca che il format potrebbe non essere "giusto" in senso stretto, prevede che verrà riproposto in futuro, indicando una potenziale direzione evolutiva per lo sci di fondo. Le parole di Lars Heggen, il miglior norvegese della giornata, che ha semplicemente descritto la gara come "dannatamente dura", sembrano quasi voler stemperare la polemica, pur non prendendo una posizione netta.

In sintesi, la Heat Mass Start ha generato un acceso dibattito all'interno del mondo dello sci di fondo. Mentre alcuni atleti norvegesi la criticano per la sua natura "sciocca" e l'eccessiva dipendenza dalla fortuna, altri la vedono come un'innovazione positiva che favorisce la spettacolarità e l'apertura a nuovi vincitori. Il format, dunque, si trova al centro di un bivio tra la ricerca di nuove forme di intrattenimento sportivo e il mantenimento della tradizione competitiva, lasciando intendere che il futuro delle gare di sci di fondo potrebbe essere sempre più orientato verso soluzioni che bilancino questi due aspetti.

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